Tutti
i Comitati impegnati per lo sviluppo di una mobilità garantita,
sicura e sana sono concordi nell’indicare le priorità necessarie
per il benessere immediato e quotidiano di chi vive la città.
Priorità
assoluta al trasporto pubblico
È
il trasporto pubblico che permette al privato di circolare. Ci
sono circa due auto per ogni tre persone. Se tutti usassero il mezzo
privato non si circolerebbe più per mancanza di spazio. È quindi il
trasporto pubblico che, assorbendo circa il 20% della mobilità,
permette a quello privato di avere una minima fluidità. Riteniamo
pertanto necessaria l’introduzione di tariffe e/o tasse di scopo,
sull’uso individuale e privato del mezzo di trasporto, finalizzate
al finanziamento della riqualificazione ed estensione del trasporto
pubblico urbano ed extra urbano.
Una
rete di tram moderni, silenziosi, sicuri, affidabili che colleghino
tutta la città, in alternativa all’attuale progetto di
metropolitana faraonico nei costi, involuto nella dimensione,
sbagliato nella collocazione, perciò ininfluente sia nella soluzione
dei problemi d’inquinamento che di mobilità.
Con
minori risorse finanziarie è possibile creare un’adeguata rete di
tram che collegando i punti nevralgici della città alle stazioni del
Servizio ferroviario metropolitano (S.F.M), a quelle dei bus e di
altri mezzi pubblici più piccoli con basse o nulle emissioni
inquinanti (a gas, elettrici, in futuro a idrogeno), a stazioni di
affitto di bici, a stazioni di car sharing, di taxi collettivi, crei
quella interconnessione modale
già sperimentata con successo che è la sola che può permette una
significativa diminuzione dell’uso dei veicoli privati, rispetto ai
quali va diffuso il car pooling.
Il
SFM rappresenta il sistema di base per gli spostamenti radiali da e
per la provincia, tra cui quelli pendolari, che pesano sul traffico
urbano per circa il 40% Inoltre, con standard di servizio più'
elevati, tecnologicamente compatibili con il sistema, può'
rappresentare una valida alternativa al trasporto privato, anche sulle
direttrici urbane non servite dal tram. Il SFM necessita di
finanziamento, sia per completarne la realizzazione in corso sulla
base degli accordi del '94/'97, sia per elevarne ulteriormente gli
standard di servizio.
Interconnessione
dei vari modi e mezzi collettivi di trasporto. Una “mobilità per
tutti” non necessita sempre di nuove, gigantesche e costose opere.
È possibile prevedere interventi minimi ma intelligenti che ne
aumentino la flessibilità e la rapidità, che significa più
frequenza del servizio, riduzione dei tempi di attesa, miglioramento
del comfort, diminuzione dei costi e quindi delle tariffe. Risultati
che sono molto superiori alle risorse impiegate.
Una
seria tutela delle corsie e delle piazzole di sosta riservate ai mezzi
pubblici, è indispensabile se si vogliono ottenere i vantaggi di una
maggiore frequenza del
servizio, oltre che l’utilizzo dei mezzi pubblici in sicurezza.
Revisione
delle tariffe del servizio di trasporto pubblico per incentivarlo:
1.
Trasporto pubblico gratuito
all’interno dei viali del centro di Bologna.
2. Biglietto per 30
minuti e abbonamento intelligente a tempo (costo in relazione
all'uso che se ne fa, cioè un minimo uguale per tutti e il resto in
relazione all'uso in corso d'anno).
3.
Introduzione di un biglietto
famiglia e di un biglietto settimanale per corse da 30 minuti a
prezzi agevolati, gratuità per i bambini fino alla quinta elementare,
tanto sono sempre accompagnati da un adulto e fino a 18 anni
dovrebbero pagare la metà.
4. Riduzione alla metà
dei prezzi degli abbonamenti per
gli studenti (non si capisce perché dai 15 in poi non si paghi più
ridotto, come se a 15 iniziassero a guadagnare).
5. Integrazione tariffaria (va fatta da subito dove è già
operativo anche parzialmente il SFM).
INcentivo
e sviluppo della mobilità pedonale e ciclistica
L’aumento
degli spostamenti dei cittadini a piedi o in bicicletta potrebbe dare
un considerevole il contributo al miglioramento del generale flusso
del traffico,. In appoggio a questa tesi c’è un interessante
capitolo, intitolato Priorità
ai ciclisti e ai pedoni redatto
dall’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Bologna che
dice:
….buona parte degli spostamenti all’interno della città sono
molto brevi indicativamente meno di 3 km. Si
potrebbe ridurre notevolmente l’uso dell’automobile, spostandosi a
piedi e in bicicletta. Inoltre negli spostamenti brevi le marmitte
catalitiche inquinano di più.
Una
buona pianificazione, positiva per ciclisti e pedoni, deve pertanto
evitare le deviazioni e i tempi d’attesa. La rete di piste ciclabili
e di percorsi pedonali dovrebbe essere fitta per consentire un accesso
diretto ad ogni destinazione, con collegamenti, scorciatoie e passaggi
diretti”.
Oltre
ai Comitati antismog, molte sono le Associazioni
Ciclistiche (prioritariamente quelle riunite nella Consulta della
bicicletta: Montesole, Uisp, Fiab. Legambiente e WWF) che in questi
anni si sono impegnate a promuovere la bici, principalmente tra i
giovani, e ad indicare i percorsi urbani ed extra urbani più idonei.
Andrebbero fatte campagne serie e coerenti nelle scuole, considerando
che Bologna è la sede di una delle Università più grandi
d’Italia. Oggi, invece, il contributo della mobilità pedonale e
ciclistica non è assolutamente considerato dall’Amministrazione
Comunale. Subiamo la mancanza di marciapiedi in diverse strade, oppure
sono stretti e in pessimo stato, quasi sempre occupati da motorini o
auto in sosta. I passaggi pedonali sono carenti e, sia in centro che
in periferia, tendono a diminuire, a sbiadire, a non essere e fatti
rispettare. Il massimo che è stato tollerato e garantito è il
passeggio per lo shopping in centro.
La
mobilità ciclistica è stata apertamente avversata dall’attuale
Giunta Comunale, che ha
cancellato gran parte delle piste ciclabili in centro: S. Felice,
Ugo Bassi, Via Indipendenza, via Zamboni, S. Vitale, ecc. Gli
stalli per bici sono stati diminuiti e lasciati in pessime
condizioni per far spazio al parcheggio di moto e auto. Questo attacco
alla viabilità ciclistica era stato annunciato nel Piano generale del
traffico urbano (PGTU) prevedendo la
messa al bando della circolazione ciclistica nelle 157 strade più
importanti fuori dai viali e all’interno una circolazione promiscua,
quindi non protetta.
Per
esempio non è chiaro se nel nuovo progetto di Stazione Ferroviaria
siano previsti ricoveri protetti per le 3 mila biciclette che
normalmente vi sostano. Nel progetto della nuova Stazione,
sull’esempio di tante città europee, devono esservi spazi
adeguati, sia per quantità che per qualità (spazi coperti, con
caratteristiche antifurto), con una dislocazione intelligente nei vari
luoghi strategici (via Carracci, piazzale est, piazzale ovest, ecc.)
rispondendo e gestendo la domanda dove è più pressante per evitare
il posteggio selvaggio: ricercando soluzioni tecniche per armonizzare
l’ingresso in Stazione, l’alloggio, lo spostamento di migliaia di
biciclette ogni giorno, rendendo questa forma di mobilità funzionale,
sicura e compatibile con il movimento di mezzi pubblici e privati
nella zona della Stazione. Auspicando il potenziamento del servizio
treno + bici (proposta FIAB) sia nel trasporto regionale, sia sulle
lunghe percorrenze nazionali.
ridefinizione
dei criteri per la circolazione privata
1.
Riformulare la tassa di
circolazione che da tassa di proprietà deve diventare tassa d'uso
(e quindi correlata alle emissioni).
2. Gestione a tempo e per classe di utenza dell'accesso dei
veicoli a determinate aree.
3. Creazione di
”centrali di mobilità full
service”, sull’esempio tedesco, in grado di fornire tutte
le informazioni sui diversi mezzi di trasporto e la loro
interconnessione.
4. Disciplina degli orari
e dei luoghi di carico-scarico delle merci: rispetto delle fasce
orarie, fatta in stalli definiti, limitata al tempo delle operazioni e
per operazioni che effettivamente lo richiedano. Basta con l’abuso
che si fa di questa motivazione per parcheggiare ovunque e in
qualsiasi momento. È grave che l’attuale Giunta abbia istituito
attraverso questa deroga la sosta libera e gratuita in via
Indipendenza, Rizzoli e Ugo Bassi e per estensione in tutto il centro
storico.
5. Incentivi alla realizzazione di transit
points per la distribuzione delle merci, con mezzi puliti (a
gas o elettrici).
6. Promozione di forme di
mobilità che comportino l’uso di veicoli (meno inquinanti
possibili), indipendentemente
dal loro possesso: car
sharing, car pooling, taxi individuali e collettivi, mobility
management (non solo per andare al lavoro, ma a scuola, ad eventi
culturali e sportivi, ecc.), job
tickets, ecc.
7. Sosta legata alla
residenza nel quartiere: strisce blu; diffondere progressivamente
la sosta a pagamento per i non residenti; gli introiti vanno
utilizzati per creare forme alternative di mobilità.
8. Tutti i proventi delle
multe devono essere reinvestiti per migliorare la sicurezza della
circolazione veicolare.
9. Incentivi a chi
parcheggia nei punti di interscambio: gratuità o prezzo
sensibilmente ridotto per il biglietto del bus.
10. Divieto di sosta nelle
strade inferiori a una certa larghezza.
11. Parcheggi custoditi
per bici con possibilità di noleggio (magari gestiti da coop
giovanili).
12. Istituzione di una Bologna-card
per turisti, abbinata a sconti presso negozi e/o musei.
13. Coordinamento con i comuni limitrofi per l’attuazione di
politiche di contenimento del traffico.
Incentivi
regionali
Per
i Comuni che attuano politiche di sostenibilità ambientale e
necessari controlli su
- credibilità delle rilevazioni (certificazioni);
- modalità di attuazione delle misure adottate;
- giustificabilità delle deroghe;
- modalità di rilevazione delle infrazioni;
- In tutte le gare per i trasporti pubblici locali devono essere
inseriti fattori di valutazione legati alla sostenibiltà ambientale.
INFORMAZIONE
SALUTE
MOBILITÀ
QUALITÀ
DELLA VITA
PARTECIPAZIONE
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