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10. Misure strutturali |
Introduzione |
Sul piano del rischio alla salute, le conoscenze scientifiche non sono oggi in grado di individuare per alcuni inquinanti, quali benzene, IPA e materiale particolato, una soglia di non effetto sulla salute: la mancata individuazione di tale soglia consente di affermare che l'inquinante può provocare danni anche a concentrazioni molto basse. A nostro parere, quindi, la Pubblica amministrazione deve individuare come parametro della propria azione e attuare il più possibile il c.d. “principio di precauzione”, mediante interventi strutturali e fortemente tesi da un lato alla riduzione del traffico veicolare privato all’interno del centro storico, dall’altro all’incentivo all’utilizzo di altri mezzi meno o per niente inquinanti. Tali linee di indirizzo non sono più eludibili, né sulla base di interessi economici o di mobilità da difendere, giacché il diritto alla salute (come visto: cfr. § 8.2) prevale anche su altre libertà costituzionalmente garantite – ivi incluse l’iniziativa economica privata e la circolazione, né in base ad un presunto timore di dover assumere provvedimenti antipopolari, se è vero che nel 1984 il 70,6% dei cittadini bolognesi si pronunciò in un referendum a favore della chiusura del centro storico al traffico veicolare privato, consultazione alla quale non è mai stato dato un seguito fattuale, nonostante il netto orientamento emerso, pure in un’epoca di minore conoscenza scientifica dei danni alla salute da inquinamento. È evidente dai dati che la situazione a Bologna, con riguardo ai principali inquinanti (benzene e PM10) sia tuttora critica ed imponga l'adozione di provvedimenti ben più incisivi di quelli sin qui adottati, per il rispetto dei valore limite di legge e a difesa della salute di tutti. Per
questi motivi chiediamo all’Amministrazione comunale l’adozione di
misure di carattere maggiormente strutturale o a lungo termine o da mettere
in atto nel giro di alcuni mesi. |