Bologna, 29 luglio 2003

Testo dell'intervento
letto dalla delegazione del Comitato in occasione della
audizione
presso le
Commissioni Consiliari Sanità e Sicurezza sociale e Mobilità

Il DIRITTO ALLA SALUTE viene prima o dopo del diritto alla mobilità?

Purtroppo gli effetti nocivi degli inquinanti non sono immediatamente tangibili e quindi agli occhi dell’opinione pubblica ogni intervento teso ad affrontare tale problema rischia di non venire capito e quindi accettato.
Solo 10 anni fa sarebbe stato impensabile immaginare che per fumare una sigaretta un fumatore avrebbe dovuto uscire in strada, per cercare un angolo e godersi in santa pace le proprie boccate di fumo.
Oggi però è così. Si è affermata nell’opinione comune la consapevolezza che il fumo è molto dannoso e pertanto occorre eliminarlo, anche adottando divieti e regolamentazioni fino a qualche anno fa inimmaginabili.
Allo stesso modo, un processo analogo deve oggi avvenire riguardo al problema degli inquinanti. Viene prima il diritto alla mobilità o quello alla salute (di tutti)?
Ci pare che oggi ci sia un evidente squilibrio tra questi due tipi di diritti a favore del primo.

Noi crediamo che sia giusto riequilibrare le priorità, mettendo al primo posto la salute pubblica e cercando le soluzioni sostenibili (nei confronti dell’altrettanto importante diritto alla mobilità) al problema delle polveri fini, del benzene e degli altri dannosissimi inquinanti.
In questo processo di riequilibrio delle priorità anche il Comune, insieme alle altre istituzioni, deve fare la sua parte, sia dal punto di vista normativo, sia da quello dell’informazione e della responsabilizzazione dei cittadini.

Ci sono anche i DIRITTI DEI RESIDENTI, dei commercianti, dei lavoratori e degli studenti.

C’è anche un altro aspetto che riteniamo occorra riequilibrare. Strada Maggiore, via San Vitale, via Santo Stefano non sono arterie stradali in mezzo al deserto. C’è un intero quartiere dove abitano, lavorano e studiano migliaia di persone.
Solo per parlare di scuole, in vicolo Bolognetti c’è un plesso scolastico con oltre 500 alunni di elementari e medie, in via Broccaindosso c’è un istituto superiore con circa 200 ragazzi, in strada Maggiore c’è la Facoltà di Sciente Politiche con centinaia di studenti.
Per farvi un altro esempio, mio figlio di 10 anni divide la quasi totalità del suo tempo fra la casa dove abita in via Begatto, la scuola e la palestra in vicolo Bolognetti, la parrocchia in via San Vitale e le case degli amici, tutte nei dintorni delle nostre strade. Per cui vive e respira tutti i giorni dell’anno in questo triangolo “velenoso”.E come lui tanti altri bambini delle Zamboni e delle Guido Reni. Come genitori cosa dovremmo fare? Chiedere di chiudere le scuole e trasferire tutti a Casaglia??? Lo stesso discorso lo potrebbe fare un commerciante che tiene negozio in queste strade e magari vive nei dintorni e passa tutto il suo tempo nelle condizioni che noi tutti sappiamo.
Anche in questo caso c’è un problema di priorità da riequilibrare.

Noi crediamo che i diritti delle migliaia di persone che abitano, lavorano e studiano tra Strada maggiore, San Vitale e Santo Stefano debbano essere messi nella giusta posizione rispetto ai diritti di chi transita solamente in queste strade.

 

Strada Maggiore e Via San Vitale: un’area di particolare criticità da affrontare con provvedimenti specifici

È indubbio che la situazione delle tre arterie principali (Strada Maggiore, San Vitale e Santo Stefano) registri aspetti di particolare criticità rispetto alle altre zone della città. I dati lo dimostrano. Ci chiediamo pertanto perché non affrontare tale maggiore criticità con interventi specifici, magari sperimentali, appositamente studiati sulla base delle particolarità e peculiarità dei problemi di queste strade.
Diamo atto al Comune che con le ricerche prima e con i provvedimenti poi riguardanti i motorini si è andati in questa direzione. Provvedimenti che sono stati peraltro in larga parte disattesi.
Noi crediamo che occorra fare di più, mettendo in campo altre iniziative innovative.
Ci chiediamo perché l’Amministrazione Comunale in un’area così importante e prestigiosa per la città verso cui non ha mai fatto mancare la propria iniziativa, non voglia dare un segnale di attenzione anche su questo problema.
Noi abbiamo raccolto un certo numero di firme al nostro appello, ma sappiamo che nella sostanza le nostre richieste sono condivise da una parte molto più consistente di residenti, commercianti , lavoratori e studenti.

 

Come e cosa fare: noi proponiamo di far rispettare le regole

Si dice che, prima di prendere ulteriori provvedimenti limitativi del traffico, occorre completare gli interventi strutturali quali parcheggi, trasporto pubblico, ecc. che potranno essere completati solo fra diversi anni. Noi crediamo invece che, data la grave criticità del problema, occorre comunque attivare immediatamente dei nuovi provvedimenti e far rispettare quelli esistenti.

La prima nostra proposta è quella di fare rispettare le norme e le regole già oggi esistenti:

- limitazioni alla circolazione dei motorini

- limitazioni ai soli autorizzati all’ingresso al centro storico

- giornate di chiusura completa al traffico

- ecc.

Resta la nostra convinzione che l’attivazione di Sirio sia il metodo più semplice per far rispettare tali norme oggi in vigore, magari modulabile secondo le priorità che il Comune vorrà stabilire. Ma se per ragioni di opportunità non è questo lo strumento che l’Amministrazione Comunale ritiene più idoneo se ne utilizzino altri: l’importante è che l’obiettivo sia raggiunto.

Riteniamo inoltre utile da subito adottare anche nuovi provvedimenti quali:

- limitazione alla circolazione dei residenti all’interno del centro storico per zone di residenza

- estensione alla cerchia dei viali di circonvallazione del limite di accesso nelle giornate di chiusura del traffico

- modificare alcuni sensi unici così da rendere impraticabile il traffico di solo attraversamento.

 

Le nostre proposte

Per riepilogare le nostre proposte sono:

- il diritto alla salute prioritario rispetto al diritto alla mobilità

- più spazio ai diritti dei residenti, dei commercianti, dei lavoratori e degli studenti

- iniziative specifiche per il triangolo Santo Stefano-San Vitale per affrontare l’estrema criticità dell’area

- rispetto dei provvedimenti in vigore (anche attraverso strumenti quali Sirio) ed estensione di alcune limitazioni.


Agenzia di stampa DIRE

Aria Bologna: "Basta usarci, il Comune combatta lo smog"
La rabbia di commercianti e residenti del "triangolo velenoso"

Basta essere la "scusa" usata dall'amministrazione comunale per non assumere provvedimenti "urgenti contro il traffico e l'inquinamento". I commercianti fanno sentire la loro voce, e chiedono "misure urgenti e nette" per sfuggire al "triangolo velenoso" di Bologna: Strada maggiore, via San Vitale e Santo Stefano.
"Non mettetevi paura di andare contro il nostro interesse commerciale, perché è adesso che non lo state curando", spiega senza mezzi termini Massimo Villa, proprietario di un negozio al numero 10 di Strada Maggiore, stanco di subire la "beffa di sentirsi dire dai clienti che non vengono da noi perché la strada è paralizzata dal traffico e non si può passeggiare tranquillamente". Ma il signor Villa non e' l'unico a prendere posizione.

All'udienza conoscitiva della Commissione comunale Sanità con i rappresentanti degli oltre 400 cittadini e negozianti delle tre strade del centro storico c'e' anche Tiziana Boselli, proprietaria di 1.200 metri quadrati di negozio in Strada Maggiore 11. "Il commerciante è diventato intelligente - afferma la signora- prima di tutto viene la salute. Non abbiate paura - afferma Boselli rivolta alla maggioranza di Palazzo d'Accursio e all'Assessore alla Sanità, Gian Paolo Salvioli, presente in commissione - di scontentarci".

Insomma, tra i cittadini presenti in commissione il coro è unanime: "in che città viviamo se per risolvere problemi evidenti come il traffico e l'inquinamento, ma anche la sicurezza, non c'è nessuno che interviene?". La sensazione che si avverte "con sommo stupore è che sembra di parlare di cose che, seppur note da tempo, è la prima volta che vengono prese in considerazione, con la proposta non di soluzioni ai problemi, bensì di una discussione ancora in corso".
Per i cittadini, lamentano i firmatari della petizione presentata a Palazzo d'Accursio, "la situazione e' urgente, non c'è più tempo di discutere". La richiesta, quindi, è quella di "assumere decisioni nette, senza timori di scontentare nessuno, perché una amministrazione quando interviene bene, decide anche per il  bene dei commercianti".

Ai timori dei negozianti si aggiungono le preoccupazioni dei residenti nelle tre vie centrali, che a conferma elencano i dati sul benzene, da tre anni "sempre al di sopra del limite massimo imposto dalle legge (10 microgrammi al metrocubo, ndr)", lamenta Cristiana Costantini, portavoce del Comitato Strada Maggiore. Nel 2000 i dati rilevano 16 microgrammi in Strada Maggiore, 18 nel 2001 e 15 nel 2002, mentre nei primi 4 mesi del 2003 si sale a 17. Le percentuali di benzene scendono di poco in via San Vitale e Santo Stefano, dove comunque viene mediamente sforato il limite massimo.
Per non parlare delle "camere a gas" che si creano "all'interno dei negozi, sotto i portici e nelle case". La stessa signora Boselli, "due anni fa", racconta lei stessa, ha sofferto "di una forma di malattia respiratoria grave, che al Policlinico Sant'Orsola hanno ipotizzato dipendesse dallo smog".
C'è "paura" tra i cittadini, soprattutto per "la salute dei nostri figli - incalza Emanuele Caprara, altro cittadino - è giunto il momento di invertire le priorità, e mettere al primo posto quella alla salute, anziché quella alla mobilità". In questo percorso "di riequilibrio, il Comune deve fare la sua parte, e intervenire drasticamente, magari con soluzioni specifiche per ogni zona". Non e' piu' possibile, gli fa eco Costantini, "vivere in una fetta di citta' fuorilegge". I provvedimenti finora adottati dal comune, lamentano infatti cittadini e negozianti, "non vengono fatti rispettare, rivelandosi un buco nell'acqua".

Le soluzioni ci sarebbero: come "accendere Sirio", garantire "più presenza in strada da parte dei vigili", estendere l'ordinanza sui motorini a due tempi "per tutto l'anno ed effettuare più controlli". Ma anche consentire l'accesso al centro storico "solo ai residenti, o magari per zone, come era un tempo".


(29 luglio 2003)